Un pensiero di Suor Petra • Novembre 2021

Nel 1971, dopo un anno di sofferenze fisiche e morali e prolungate anemie causate da un disturbo fisico Suor Petra parti per Roma per essere operata.

Gesu ecco il mio corpo e il mio sangue che voglio donare insieme al tuo per la Redenzione delle anime – mio DIO dammi anime e Io ti do le mie sofferenze.

Pensiero della Serva di Dio • Maggio 2021

Nessuno ha mai sospettato delle mie sofferenze interne ed esterne, perché all‘esterno non mostravo queste sofferenze  – ero sempre allegra cercavo di comunicare solo gioia per non far soffrire le mie consorelle.

Buona Pasqua 2021 • Pensiero di Suor Petra

Gesù mi hai tolto la vista non vedo più niente ,non leggo più non vedo il Chiostro fiorito , ma Tu sei nel mio cuore e ti amo sempre. Gesù quello che mi fa soffrire di più è non vedere più il volto delle mie consorelle che amo molto e che ho sempre amato, spero di rivederle tutte in cielo accanto a TE dove non ci sarà più sofferenza.

Dal Diario di Suor Petra • Marzo 2021

Entrai in monastero e incominciarono a tormentarmi, immensi desideri di amare DIO e di farlo amare. Queste pene interne furono accompagnate da sofferenze interne mi sentivo come in catene. ANCHE le sofferenze esterne sofferenze nei contatti con le creature nelle aspirazioni, tutte cose che distruggevano in me ogni altra cosa. QUESTO AMORE VERSO DIO si faceva sempre più vivo ma all’esterno cadevo in molti difetti involontari, che mi facevano dispiacere , supplicavo il buon Dio di voler LUI solo e di riparare alla mia miseria facendo sbocciare una rosa là dove avevo messo una spina

UNA PREGHIERA ED I MIEI AUGURI PER L’ANNO DEL SIGNORE 2021

Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Signore dell’eternità e del tempo, Signore rispettoso nella storia degli uomini, Tuo è l’oggi, il passato ed il futuro.

Ormai concluso il 2020, ti ringrazio per tutto ciò che ho ricevuto da Te perché tutto è un tuo dono, anche se spesso lo dimentico, ed io sono chiamato solo ad essere un fedele amministratore dei talenti che tu mi hai consegnato chiamandomi all’esistenza (cf Mt 25, 14-30; 1 Cor 4, 7).

Grazie per la vita e per l’amore, per i fiori, per l’aria che ho potuto respirare e che questa pandemia mi ha ricordato non essere un qualcosa di scontato, per il sole, per tutti quei capolavori di arte, bellezza e scienza frutto dell’ingegno e dell’intelligenza che tu hai donato all’uomo. Grazie, per la felicità e per la sofferenza, per ciò che fu possibile e per quello che non lo fu: grazie perché tutto ciò che è stato in qualche modo un contributo alla mia maturazione come persona e come cattolico.

Nelle tue mani metto tutto quello che ho fatto quest’anno, il lavoro che ho potuto realizzare, le cose che sono passate per le mie mani e ciò che con esse in qualche modo ho realizzato di bene grazie al Tuo aiuto.

Ti presento le persone che durante questi mesi ho amato, le nuove amicizie e le nuove conoscenze. Quelli che mi sono vicini, quelli che non ho potuto o non sono riuscito ad aiutare, con i quali ho condiviso la vita, il lavoro, la vocazione, la missione, l’allegria ed il dolore, la fraternità e la solitudine, la gioia di una festa e la sofferenza della malattia.

Ti ricordo quanti mi hai fatto incontrare nel mio pellegrinaggio terreno fino ad oggi ed ora vivono davanti a Te. L’anno che è passato ha visto in modo esponenziale come la morte vada recidendo in modo inesorabile la vita di quanti ho conosciuto, una schiera che va assottigliandosi ogni giorno sempre di più: parenti, confratelli, amici, colleghi di docenza, fedeli, semplici conoscenti. Quanto rammarico per le parole fuori luogo, per le cose non dette, per le telefonate non fatte, per i grazie non pronunciati, per il tempo a loro non dedicato, per il perdono non prontamente dato o accolto! Tutto ciò è inevitabilmente andato perso per sempre, però, nella fede, ho coscienza di poter fare ancora di più, oggi ed in questo momento, per loro attraverso la preghiera. Infatti, tutti costoro, continuano ad essere presenti nella mia vita, anche se non più fisicamente, perché nella fede so che tu hai vinto la morte per sempre e che “… con la morte la vita non è tolta, ma è trasformata” (Prefazio dei defunti I), e quindi continuano a vivere per l’eternità. In ogni caso, sono cosciente che sto andando verso di loro e non loro incontro a me (cf 2 Sam 12, 23), e che quel giorno sarà una vera festa per tutti, nella comunione con Dio che è amore (cf 1 Gv 4, 8).

Però Signore, in questo primo giorno del nuovo anno, alla luce di un onesto esame di coscienza, tenendo presente la tua risposta al giovane ricco (cf Mt 19, 16-19), e guidato dai tuoi Comandamenti e dalle Beatitudini evangeliche (cf Es 20, 2-17; Dt 5, 6-21; Mt 5, 3-12; Lc 6, 20-26), voglio anche chiederti perdono prima di tutto dei miei peccati commessi negli anni che mi hai donato di vivere fino ad oggi, triste negazione del tuo amore per me e non semplice fragilità, oggetto di un mero e vuoto senso di colpa (cf Col 3, 5-16). Perdono per il tempo perduto, per il denaro usato male o per “… quella avarizia insaziabile che è idolatria” (Col 3, 5), per i giudizi, per le parole inutili, per i miei pettegolezzi e le calunnie, per la mia disonestà, per il mio desiderare quello che sono ed hanno gli altri, per il cuore diviso e non puro, per il mio egoismo ed il mio orgoglio che hanno mietuto tante vittime, la prima delle quali sono io, perché ho scoperto che non si può essere felici da soli o davanti alle disgrazie degli altri. Insomma, per tutte quelle volte che mi sono crucciato “… eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama ‘io’” (San Tommaso Moro, Preghiera per il buon umore).

Ti chiedo perdono per l’amore per Te ed il prossimo che ho sprecato ogni volta che non ho voluto o non sono riuscito ad amare, dimenticandomi che: “Colui che ti dà il comandamento dell’amore in questi due precetti, non ti insegna prima l’amore del prossimo, poi quello di Dio, ma viceversa” (Sant’Agostino, Trattati su Giovanni, 17). Ti chiedo perdono per le azioni vuote e per il lavoro o ruolo che dovevo svolgere, fatto o svolto male, perdono per vivere senza entusiasmo. Perdono per essermi fatto vincere ed aver preferito le mie passioni egoistiche, le mie emozioni e quel sentimentalismo irrazionale, che sono esattamente il contrario di ogni libera e consapevole scelta d’amore, che invece guarda ed ha a cuore prima di tutto il bene dell’altro! Ti chiedo perdono di aver chiesto il tuo perdono e di non essere riuscito a perdonare, contrariamente all’impegno preso recitando la preghiera che Tu hai insegnato e consegnato ai discepoli che ti seguivano ed attraverso di loro a me ed ai miei fratelli, il Padre nostro!

Ti chiedo anche perdono delle mie povertà e fragilità. Quando ho preferito la quantità d’informazione o del grado di cultura, ma ho trascurato o non mi sono interessato della verità. Quando ho equivocato, scambiando il mero piacere per amore, la complicità per amicizia, la prevaricazione e l’arbitrio come autentica libertà (cf Gal 5, 13-14; 16-18; 2 Pt 2, 19). Quando ho rifiutato di accettare la differenza tra piacere ed amore: non volendo riconoscere che quando qualcosa piace si prende e si consuma immediatamente, mentre se si ama la si cura, la si coltiva, rispettandola, ogni giorno!

Ti chiedo soprattutto perdono per la preghiera che ho trascurato, cioè di quello stare con te, che, poco, a poco, ho rimandato, ingannandomi riguardo a ciò che è urgente, ma non è necessario, giustificandomi con il dirmi di non avere tempo per Te, dimenticando che sei Tu che mi dai il tempo: perdono per questa bestemmia! Per tutti i miei silenzi e le mie dimenticanze; nuovamente ti chiedo perdono attraverso questa mia preghiera fatta con il cuore di un figlio che si sente amato, ma allo stesso tempo riconosce molte volte di essere ingrato e irriconoscente.

Oggi inizia un nuovo anno. Io fermo la mia vita davanti al nuovo calendario e ti presento questi giorni che solo Tu sai se arriverò a viverli. Oggi ti chiedo per me, ma anche per i miei confratelli, per i miei familiari e amici, la pace e la gioia, la fortezza e la prudenza, la lucidità e la saggezza, soprattutto di essere una persona onesta, sincera, non disposta più a farsi ingannare e ad ingannare. Sempre più convinto che solo la verità rende veramente liberi (cf Gv 8, 32). Voglio vivere ogni giorno con ottimismo e bontà, portando in ogni parte un cuore pieno di comprensione e pace. Quella pace biblica che solo Tu poi donare e che non è mera assenza di conflitti, ma è operosa ricerca di costruire nella carità. Però, la radice della pace risiede anche nel cuore dell’uomo, cioè nel rifiuto dell’idolatria, perché non c’è pace senza vera conversione (cf Mt 10, 34). San Giovanni XXIII, nella Pacem in terris, giustamente ricordava che la casa della pace si regge su quattro pilastri: verità, giustizia, amore e libertà. 

Chiudi le mie orecchie ad ogni falsità e le mie labbra a parole false, egoiste, o che possono ferire. Apri la mia vita a tutto ciò che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, a quello che è virtù e merita lode, affinché solo questo sia oggetto dei miei pensieri (cf Fil 4, 8). Che il mio spirito sia pieno solamente di benedizioni per poterle spargere ovunque passi.

Signore, concedimi Fede, Speranza e Carità affinché possa vivere onestamente la vita che mi hai donato ed il momento della morte, come incontro con Te che mi hai voluto dall’eternità e che sei Padre. Fammi vivere quel momento con l’onestà e la Speranza, come il buon ladrone che si sentì dire: “… oggi sarai con me in Paradiso” (Lc 23, 43).

Che il mio essere figlio di Dio e l’essere e sentirmi fratello con gli altri, contraddistingua sempre i miei comportamenti e le relazioni con loro. Riempimi anche di bontà e allegria, affinché tutte le persone che incontrerò sul mio cammino possano scoprire in me un poco di Te, che attraverso di me sentano la tua tenera carezza di Padre.

Signore concedimi un anno ‘nuovo’ che sia, nella gioia e nella pace, nelle prove e nei conflitti quotidiani, un’occasione per scoprire che comunque tutto è grazia (cf 2 Cor 4, 15; G. Bernanos, Il diario di un curato di campagna) ed occasione di crescita, se vivo con fede il dono del tempo che mi farai. Concedimi un anno di pace ed insegnami a distribuire quella pace e quella serenità che solo Tu, e nessun altro, può dare.

Te lo chiedo per intercessione di Maria Santissima, tua e nostra Madre. Amen!

Questa preghiera è anche il mio augurio per il nuovo anno per te, un augurio non di circostanza, vuoto ed illusorio in quanto desidera un futuro pieno solo di avvenimenti positivi, ma un augurio affinché tu possa vivere quanto la vita ti riserva sempre con fede. Perché: “Quando uno è convinto che Dio esiste ed è Padre e approdo di tutti gli esseri, e che Gesù Cristo è [nato] risorto, primizia della nostra vittoria, non può non essere allegro nel profondo del suo essere, per quanto male gli vadano le cose e per quanto deludente gli possa sembrare la cristianità” (G. Biffi).

Bibbiena, Santuario di Santa Maria del Sasso: 1°-I- 2021

http://www.padrebruno.com/preghiera-ed-auguri-per-lanno-del-signore-2021/

Cronologia dei fatti della vita di suor Petra Giordano

Faccio riferimento anche alle testimonianze di suor Candida.

Suor Petra, al secolo Nicoletta, era la prima di 7 fratelli. Tipicamente mediterranea: colorito scuro, capelli neri e occhi ugualmente neri. Era molto legata alla famiglia, anche se non molto espansiva; esternava molto poco i suoi sentimenti anche con i parenti più stretti. Amava il creato e le bellezze che Dio ci ha messo a disposizione.

Nel canto aveva una voce eccellente e prediligeva la musica che curava dall’età di 5 anni suonando il pianoforte.

Giovanissima aveva il difetto che molte ragazze hanno: era un po’ vanitosa. Per lei questo difetto era inconcepibile e quindi si dette molto da fare per tenerlo lontano. Dai diciotto anni, fino all’entrata in convento fu, in ogni circostanza, attenta a mortificarsi, anche portando in periodi particolarmente caldi, vestiti molto accollati e fuori stagione per mortificarsi.

Si sacrificava volentieri per il bene altrui, anche se a quell’età, in genere emerge la voglia di farsi notare.

A suo dire, ancora ragazza, non accoglieva con serenità le osservazioni ai suoi errori. Allora rimaneva triste e ammutolita per un po’, ma dopo molta preghiera con l’aiuto di Gesù ritornava serena.

Le piaceva la musica, il ricamo e la pittura. Amava scrivere nel suo diario e ha lasciato molti scritti e lettere.

A 12 anni la mamma si ammalò. Lei scrisse nel suo diario: “Grandi sventure si abbatterono sulla mia famiglia e la mamma non resse a tante prove e si ammalò. Io ero la prima di sette fratelli e mi dovevo occupare di loro”. Nicoletta giovanissima prese il posto della mamma nella cura della casa e dei fratelli. Diventò punto di riferimento dei bambini e lo restò anche dopo esser diventata monaca. Questo pesante compito la fece rinunciare allo studio, alla musica e al canto.

In quel periodo di superlavoro si dedicò ad un’intensa attività apostolica. Prima dei 22 anni, poi entrò in convento, divenne “Figlia di Maria”, “Laica Domenicana”, si dedicò ad attività parrocchiali ed entrò a far parte di un gruppo di preghiera.

Tra le tante cose che faceva, spesso veniva portata al capezzale dei moribondi restii a ricevere i conforti religiosi. In base a testimonianze oculari sembra che abbia ottenuto diverse conversioni.

Si legge nel suo diario:

“La bellezza e l’amore infinito rivelandosi all’anima mia vi depose una scintilla celeste, una fiamma che avrei voluto comunicare a tutte le creature e che, tendendo verso l’alto, ha formato la gioia e il martirio di tutta la mia vita”

Proseguo con la testimonianza di suor Candida Monterumici:

“In questo periodo, Nicoletta nutriva la sua anima con la Parola di Dio; aveva imparato a gustarla soprattutto nella S. Liturgia alla quale partecipava ogni giorno. Nei misteri di Gesù che la chiesa propone vi attingeva molte grazie: Per lei i sacri testi erano sempre luminosi e pieni di vita. Molte grazie di luce e d’amore – a suo dire – le ha sempre ricevute durante la Liturgia delle Ore o la Santa Messa. Anche dagli scritti e dalla lettura della vita di S. Caterina da Siena, S. Domenico, S. Teresa d’Avila e di S. Margherita M. Alacoque attingeva luce e forza. Fu colpita in modo particolare dalle rivelazioni del Sacro Cuore fatte a S. Margherita. Cercando di penetrarne il senso, si accese di grande fervore verso il Cuore di Gesù fino a sentirsi ispirata ad offrirsi a lui in olocausto e a legarsi con voto di vittima.

Nel suo diario scrive: “Con questo voto la mia vita spirituale prese più unità. Sentivo che era questa la mia vocazione particolare: sacrificarmi a ogni istante con Gesù, immedesimandomi a tutti i momenti, a tutte le intenzioni, a tutte le immolazioni del suo Cuore” (Diario, p. 90.)

Aveva allora venti anni.

Da qualche tempo sentiva più forte l’attrattiva per la vita religiosa: pensava che solo così tutti i suoi desideri sarebbero stati attuati.

L’ideale di S. Domenico, lo vedeva conforme al suo spirito e al suo proposito. Salire a Dio attraverso la preghiera e lo studio della divina Parola per poi farne parte alle anime e condurle a Dio, nel silenzio di una stretta clausura: ecco la vocazione che sentiva già sbocciata nel suo animo”. rif

Rimaneva da risolvere come lasciare i fratelli e la mamma di salute cagionevole. Ne parlò al suo direttore spirituale, Padre P. Vincenzo De’ Rossi domenicano, che le disse che ormai era tempo di comunicarlo in casa. Ne parlò. La mamma pianse e tutti soffrirono per questa decisione di Nicoletta. La giovane non vacillò un attimo e il suo cuore rimase saldo1.

Eugenio Zabatta O.P., Lettere dalla Clausura, pgg. 13 -17, Santa Maria del Sasso, 2011.

Suor Maria Petra Giordano • UN LUNGO CAMMINO VERSO IL CIELO

Domenica, mi sono più volte commosso nel leggere quello che ho trovato e, in alcuni casi, non sono riuscito a proseguire nella lettura.

Scrivere la biografia di Suor Maria Petra Giordano o.p., monaca di Clausura, non è stato facile, proprio a causa della scelta di queste religiose di ritirarsi PREFAZIONE

Suor Candida mi chiamò a S. Maria del Sasso, presso il Monastero e mi chiese la disponibilità a fare ricerche storiche su una suora perché si voleva dare inizio ad un processo canonico con lo scopo finale di arrivare alla sua beatificazione. Come si fa a dire no a Suor Candida? Accettai e il Padre Postulatore mi fece arrivare la nomina di “storico” dal Vescovo di Arezzo.

La Suora era Suor Maria Petra Giordano che io non conoscevo di persona, quindi potevo far ricerche in modo asettico …

La ricerca storica presso il Monastero e presso altri siti è stato un lavoro lungo e impegnativo, ma ha dato effetti straordinari. Abbiamo composto dei fascicoli con circa 1500 pagine. Molti i documenti e tanti gli scritti che ci ha lasciato.

Confesso che, da cristiano, che va solo alla messa la nel chiuso claustrale dove le giornate sembrano trascorrere tutte uguali senza episodi importanti da ricordare. Le vicende “civili” che possono coinvolgere una persona che decide di vivere una vita di preghiere e sofferenze sono veramente poche. A questo si deve aggiungere la riservatezza e la volontà della nostra Suor Petra che voleva essere sempre ultima e nascondersi, quasi a volersi annullare completamente. Ho voluto mettere tra queste righe una foto di gruppo dalla quale si comprende come fosse schiva a mettersi in mostra. La vediamo, a malapena, al centro della foto, oltre l’ultima fila, che sembra sottrarsi all’obiettivo per celarsi dietro a due suore più alte di lei.

Altre occasioni ci fanno capire questa sua voglia a considerarsi sempre ultima: nelle ricorrenze degli anniversari della professione e anche nella lista (Costituzioni) come vedremo in seguito.