UNA PREGHIERA ED I MIEI AUGURI PER L’ANNO DEL SIGNORE 2021

Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Signore dell’eternità e del tempo, Signore rispettoso nella storia degli uomini, Tuo è l’oggi, il passato ed il futuro.

Ormai concluso il 2020, ti ringrazio per tutto ciò che ho ricevuto da Te perché tutto è un tuo dono, anche se spesso lo dimentico, ed io sono chiamato solo ad essere un fedele amministratore dei talenti che tu mi hai consegnato chiamandomi all’esistenza (cf Mt 25, 14-30; 1 Cor 4, 7).

Grazie per la vita e per l’amore, per i fiori, per l’aria che ho potuto respirare e che questa pandemia mi ha ricordato non essere un qualcosa di scontato, per il sole, per tutti quei capolavori di arte, bellezza e scienza frutto dell’ingegno e dell’intelligenza che tu hai donato all’uomo. Grazie, per la felicità e per la sofferenza, per ciò che fu possibile e per quello che non lo fu: grazie perché tutto ciò che è stato in qualche modo un contributo alla mia maturazione come persona e come cattolico.

Nelle tue mani metto tutto quello che ho fatto quest’anno, il lavoro che ho potuto realizzare, le cose che sono passate per le mie mani e ciò che con esse in qualche modo ho realizzato di bene grazie al Tuo aiuto.

Ti presento le persone che durante questi mesi ho amato, le nuove amicizie e le nuove conoscenze. Quelli che mi sono vicini, quelli che non ho potuto o non sono riuscito ad aiutare, con i quali ho condiviso la vita, il lavoro, la vocazione, la missione, l’allegria ed il dolore, la fraternità e la solitudine, la gioia di una festa e la sofferenza della malattia.

Ti ricordo quanti mi hai fatto incontrare nel mio pellegrinaggio terreno fino ad oggi ed ora vivono davanti a Te. L’anno che è passato ha visto in modo esponenziale come la morte vada recidendo in modo inesorabile la vita di quanti ho conosciuto, una schiera che va assottigliandosi ogni giorno sempre di più: parenti, confratelli, amici, colleghi di docenza, fedeli, semplici conoscenti. Quanto rammarico per le parole fuori luogo, per le cose non dette, per le telefonate non fatte, per i grazie non pronunciati, per il tempo a loro non dedicato, per il perdono non prontamente dato o accolto! Tutto ciò è inevitabilmente andato perso per sempre, però, nella fede, ho coscienza di poter fare ancora di più, oggi ed in questo momento, per loro attraverso la preghiera. Infatti, tutti costoro, continuano ad essere presenti nella mia vita, anche se non più fisicamente, perché nella fede so che tu hai vinto la morte per sempre e che “… con la morte la vita non è tolta, ma è trasformata” (Prefazio dei defunti I), e quindi continuano a vivere per l’eternità. In ogni caso, sono cosciente che sto andando verso di loro e non loro incontro a me (cf 2 Sam 12, 23), e che quel giorno sarà una vera festa per tutti, nella comunione con Dio che è amore (cf 1 Gv 4, 8).

Però Signore, in questo primo giorno del nuovo anno, alla luce di un onesto esame di coscienza, tenendo presente la tua risposta al giovane ricco (cf Mt 19, 16-19), e guidato dai tuoi Comandamenti e dalle Beatitudini evangeliche (cf Es 20, 2-17; Dt 5, 6-21; Mt 5, 3-12; Lc 6, 20-26), voglio anche chiederti perdono prima di tutto dei miei peccati commessi negli anni che mi hai donato di vivere fino ad oggi, triste negazione del tuo amore per me e non semplice fragilità, oggetto di un mero e vuoto senso di colpa (cf Col 3, 5-16). Perdono per il tempo perduto, per il denaro usato male o per “… quella avarizia insaziabile che è idolatria” (Col 3, 5), per i giudizi, per le parole inutili, per i miei pettegolezzi e le calunnie, per la mia disonestà, per il mio desiderare quello che sono ed hanno gli altri, per il cuore diviso e non puro, per il mio egoismo ed il mio orgoglio che hanno mietuto tante vittime, la prima delle quali sono io, perché ho scoperto che non si può essere felici da soli o davanti alle disgrazie degli altri. Insomma, per tutte quelle volte che mi sono crucciato “… eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama ‘io’” (San Tommaso Moro, Preghiera per il buon umore).

Ti chiedo perdono per l’amore per Te ed il prossimo che ho sprecato ogni volta che non ho voluto o non sono riuscito ad amare, dimenticandomi che: “Colui che ti dà il comandamento dell’amore in questi due precetti, non ti insegna prima l’amore del prossimo, poi quello di Dio, ma viceversa” (Sant’Agostino, Trattati su Giovanni, 17). Ti chiedo perdono per le azioni vuote e per il lavoro o ruolo che dovevo svolgere, fatto o svolto male, perdono per vivere senza entusiasmo. Perdono per essermi fatto vincere ed aver preferito le mie passioni egoistiche, le mie emozioni e quel sentimentalismo irrazionale, che sono esattamente il contrario di ogni libera e consapevole scelta d’amore, che invece guarda ed ha a cuore prima di tutto il bene dell’altro! Ti chiedo perdono di aver chiesto il tuo perdono e di non essere riuscito a perdonare, contrariamente all’impegno preso recitando la preghiera che Tu hai insegnato e consegnato ai discepoli che ti seguivano ed attraverso di loro a me ed ai miei fratelli, il Padre nostro!

Ti chiedo anche perdono delle mie povertà e fragilità. Quando ho preferito la quantità d’informazione o del grado di cultura, ma ho trascurato o non mi sono interessato della verità. Quando ho equivocato, scambiando il mero piacere per amore, la complicità per amicizia, la prevaricazione e l’arbitrio come autentica libertà (cf Gal 5, 13-14; 16-18; 2 Pt 2, 19). Quando ho rifiutato di accettare la differenza tra piacere ed amore: non volendo riconoscere che quando qualcosa piace si prende e si consuma immediatamente, mentre se si ama la si cura, la si coltiva, rispettandola, ogni giorno!

Ti chiedo soprattutto perdono per la preghiera che ho trascurato, cioè di quello stare con te, che, poco, a poco, ho rimandato, ingannandomi riguardo a ciò che è urgente, ma non è necessario, giustificandomi con il dirmi di non avere tempo per Te, dimenticando che sei Tu che mi dai il tempo: perdono per questa bestemmia! Per tutti i miei silenzi e le mie dimenticanze; nuovamente ti chiedo perdono attraverso questa mia preghiera fatta con il cuore di un figlio che si sente amato, ma allo stesso tempo riconosce molte volte di essere ingrato e irriconoscente.

Oggi inizia un nuovo anno. Io fermo la mia vita davanti al nuovo calendario e ti presento questi giorni che solo Tu sai se arriverò a viverli. Oggi ti chiedo per me, ma anche per i miei confratelli, per i miei familiari e amici, la pace e la gioia, la fortezza e la prudenza, la lucidità e la saggezza, soprattutto di essere una persona onesta, sincera, non disposta più a farsi ingannare e ad ingannare. Sempre più convinto che solo la verità rende veramente liberi (cf Gv 8, 32). Voglio vivere ogni giorno con ottimismo e bontà, portando in ogni parte un cuore pieno di comprensione e pace. Quella pace biblica che solo Tu poi donare e che non è mera assenza di conflitti, ma è operosa ricerca di costruire nella carità. Però, la radice della pace risiede anche nel cuore dell’uomo, cioè nel rifiuto dell’idolatria, perché non c’è pace senza vera conversione (cf Mt 10, 34). San Giovanni XXIII, nella Pacem in terris, giustamente ricordava che la casa della pace si regge su quattro pilastri: verità, giustizia, amore e libertà. 

Chiudi le mie orecchie ad ogni falsità e le mie labbra a parole false, egoiste, o che possono ferire. Apri la mia vita a tutto ciò che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, a quello che è virtù e merita lode, affinché solo questo sia oggetto dei miei pensieri (cf Fil 4, 8). Che il mio spirito sia pieno solamente di benedizioni per poterle spargere ovunque passi.

Signore, concedimi Fede, Speranza e Carità affinché possa vivere onestamente la vita che mi hai donato ed il momento della morte, come incontro con Te che mi hai voluto dall’eternità e che sei Padre. Fammi vivere quel momento con l’onestà e la Speranza, come il buon ladrone che si sentì dire: “… oggi sarai con me in Paradiso” (Lc 23, 43).

Che il mio essere figlio di Dio e l’essere e sentirmi fratello con gli altri, contraddistingua sempre i miei comportamenti e le relazioni con loro. Riempimi anche di bontà e allegria, affinché tutte le persone che incontrerò sul mio cammino possano scoprire in me un poco di Te, che attraverso di me sentano la tua tenera carezza di Padre.

Signore concedimi un anno ‘nuovo’ che sia, nella gioia e nella pace, nelle prove e nei conflitti quotidiani, un’occasione per scoprire che comunque tutto è grazia (cf 2 Cor 4, 15; G. Bernanos, Il diario di un curato di campagna) ed occasione di crescita, se vivo con fede il dono del tempo che mi farai. Concedimi un anno di pace ed insegnami a distribuire quella pace e quella serenità che solo Tu, e nessun altro, può dare.

Te lo chiedo per intercessione di Maria Santissima, tua e nostra Madre. Amen!

Questa preghiera è anche il mio augurio per il nuovo anno per te, un augurio non di circostanza, vuoto ed illusorio in quanto desidera un futuro pieno solo di avvenimenti positivi, ma un augurio affinché tu possa vivere quanto la vita ti riserva sempre con fede. Perché: “Quando uno è convinto che Dio esiste ed è Padre e approdo di tutti gli esseri, e che Gesù Cristo è [nato] risorto, primizia della nostra vittoria, non può non essere allegro nel profondo del suo essere, per quanto male gli vadano le cose e per quanto deludente gli possa sembrare la cristianità” (G. Biffi).

Bibbiena, Santuario di Santa Maria del Sasso: 1°-I- 2021

http://www.padrebruno.com/preghiera-ed-auguri-per-lanno-del-signore-2021/

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