Dal Diario di Suor Petra, agosto 1953.
Mi ha colpito questa frase: “Passiamo senza imporci, piano piano… benedicendo” Ho delle luci nuove sulla fraterna carità. Il Signore vuole che stringiamo ogni anima tra le braccia del nostro amore, commiserando, sempre, giudicando poco, non fermandosi sulle inevitabili mancanze e miserie umane.
Giorno di ritiro 1953
Nuovi dolori sono venuti ad opprimere il mio cuore già tanto esacerbato. Le mie più belle speranze sono sul punto di naufragare. Dopo aver passato ore di vero spasimo, sì da sentire affranto anche il corpo, mentre cercavo di ripetere il mio incessante atto di adesione e di fusione completa alla divina Volontà, ecco che durante il canto del Vespro una divina luce mi ha scoperto nuovi orizzonti e aperto nuove vie d’immolazione. Io devo fare mia una sola cosa: lasciarmi distruggere e sacrificare momento per momento. Oh! no, Signore, Voi non richiedete da me un’opera ridotta o circoscritta. Voi mi volete unire alla vostra redenzione con la preghiera e il sacrificio. Ma non ne vedrò i frutti, non ne avrò neppure il sentimento. Le piccole opere particolari, che Voi mi affidate, il più delle volte non avranno successo. Come Voi, o mio caro Salvatore, come Voi sulla dolorosa passione, io non vedrò che rovine, nulla mi sarà di conforto, tutto concorrerà a farmi soffrire. Sospesa fra il cielo e la terra, dal cielo e dalla terra sarò abbeverata d’amarezza. O Gesù, voi avete scelta la più miserabile delle vostre creature, affinché risplenda meglio la vostra potenza. Cuore del mio Gesù, rendimi fedele. Lodare con la Chiesa, impetrare con la Chiesa, rendere grazie con la Chiesa.
Cara Suor Petra, tu ci hai insegnato come seguire Gesù, ma quello che più ricordiamo è il tuo dolce sorriso con il quale nascondevi la tua sofferenza. Anche tu non hai avuto molti consolatori spesso ci donavi questo pensiero :
“Chi soffre ha bisogno di comunione; di comunione con un amico per non sentirsi sprofondare. Questo è il primo piano, ma Gesù ci insegna un’altra via: la capacità di soffrire per quelli che soffrono e di essere tanto amico da farsi carico del peso che grava sull’altro. È la via dell’amore”.